Sviluppo: il paziente si sviluppa secondo una linea? No, è difficile riconoscere la linea in una seduta... Il rumore di fondo è assordante, informazione bombardante l’apparato sensoriale e altre informazioni che ci bombardano da altro (identificazione proiettiva?). Si sa tanto ma è difficile scoprire quello che stiamo osservando, perciò dimenticare e quello che vogliamo. Solo dimenticando la memoria e il desiderio è possibile riconoscere il paziente in mezzo a questo rumore. Rimanere sui fatti (Freud); Bion dice ai supervisandi di rimanere ai fatti ma contraddice sempre, perché dice di dire tutto quello che vogliono ma rimanendo e supportandosi alla loro immaginazione , cioè dire tutto quello che l’immaginazone dice loro. Il paziente stesso si aspetta l’interpretazione perfetta e ne consegue una atrofia dell’immaginazione.
Anche nella mente c’è qualcosa di simile ad un embrione, quello che Bion cerca sono le vestigia di quello che il paziente era e ancora vivono, ancora operanti ma sono sepolti sotto cultura, musica arte, psicoanalisi. Nel tempo queste vestigia possono formarsi, agglomerarsi e nel tempo questo può formare in un’idea che può essere articolata. Perciò il terzo corpo è quello delle vestigia, e l’analista riceve una analisi continua da esso; persino il paziente può ricevere indietro qualcosa di questo terzo corpo.
VISIONE BINOCULARE
L’osservatore e il vivere con il paziente quello che avviene nella stanza. Fa il paragone delle linee parallele e in prospettiva: c’è un punto dove le linee si incontrano nella mente dell’analista. Nella mente dell’analista è il punto in cui l’analista si dice “Penso di sapere cosa dice!” e questa idea cresce, riceve ulteriori evidenze, cresce e poi siamo in grado di dare un’interpretazione. Il punto focale è che viene trovato sotto pressione, dice quello che deve dire e si crea una situazione completamente nuova. Il paziente spinge “Perché non dice qualcosa?” o i genitori “Perché non fa qualcosa?”. Bisogna rimanere in questo stato di incertezza e resistere a queste pressioni.
Sapere quale è il germe
è l’ansia un buon segnale, vi è un certo punto che uno sente di essere nel giusto; magari il paziente non tiene conto dell’interpretazione ma cambia voce. La maggior parte delle volte bisogna tollerare la sensazione di essere in errore. I momenti di illuminazione sono rari e pochi. Vedendo un paziente cinque o sei anni è possibile che ci siano tre momenti di illuminazione: sono sufficienti. Ci sono milioni di interpretazioni ma solo due o tre sono illuminanti.
L’illuminazione è un evento raro ma che si costruisce nel tempo che le precede. Alcune persone conoscono tante cose della vita. Cosa succede nel frattempo? Discussione o negoziazione? La reponse è le maleur de la question. La risposta è la malattia della domanda. Uccide la curiosità.
Qualsiasi cosa accada all’Inghilterra non pensa che Shakespeare sia dimenticato. Dice che l’idea è contenuta spesso nell’opera ma sembra che siamo dipendenti dagli attori per avere l’idea della commedia. Non basta sapere leggere o scrivere è come dire che sapere vedere piccole macchie e barre sulla carta uno possa leggere e avere esperienza della musica contenuta in uno spartito musicale.
PENSIERI SENZA IL PENSATORE
Pensieri selvaggi, o come cani selvaggi che hanno sempre paura di avere un padrone che li picchia, ma che se possono essere ospitati in una casa possono poi essere addomesticati. Questi sono come un fiume sotterraneo che va giù e vengono su non si sa dove e non si sa che effetto possono avere. Anche l’Inghilterra non può essere più lo stesso dopo che ha avuto Shakespeare. Queste idee non sono mai conscie e vengono fuori quando l’embrione o il feto diventa una persona, più sofisticata.
Si ha l’impressione che con un paziente psicotico bisogna dare l’interpretazione esatta, se no si perde nello spazio. Con il paziente nevrotico il paziente segue l’interpretazione anche se non è corretta, e la corregge egli stesso.
Pazienti dotati ed estremamente intelligenti: pazienti che bombardano con informazioni à paziente frammentato che poi diventa paranoide.
Matrimonio felice: psicosi maniacodepressiva o folie a deux.
LA PSICOANALISI
Crescita spontanea è un processo vitale e Bion non sa se il training è qualcosa che può essere illuminante o qualcosa che è un’astrazione e impedisce la crescita. Esempio del bambino che si dà un colpo sul tavolo; quanto è potente il sentimento di colpa. Il paziente non sopporta la coscienza della colpa e spesso è senza pietà. Spesso la conoscenza porta a ulteriore colpa. Spesso l’analisi è un’orgia molto autoindulgente. Attirare l’attenzione sul paziente che se continuano a parlare così diventeranno psicoanalisti, che lo vogliano o no, ed è diverso da chi lo fa volontariamente.
Dobbiamo essere ciechi e sordi per sentire le vestigia del paziente.
E’ solo uno strumento per fare qualsiasi uso che uno vuole.
Uno psicoanalista è un vero o falso ricercatore della verità? Ricorre alla pittura o alla poesia o alla musica. Il lato tecnico della psicoanalisi è usabile per qualsiasi cosa.
Il paziente si trova costantemente interotto, messo fuori dalla lotta dove vorrebbero viaggiare dal tema del quale vorrebbero parlare. Hanno qualcosa di sbagliato nell’apparato mentale, o sono molto sensoriali e sono disturbati dall’apparato uditivo da fuori. A volte sono disturbati da qualcosa d’altro. Perciò vi sono temi disgiunti e perciò si può parlare dell’interruzione e che non sono una serie di interruzione ma un blocco permanente del pensiero per cui devono trovare delle vie per andare oltre attraverso processi mentali collaterali (un po’ come succede quando vi è un embolo nella circolazione). Attraverso il processo psicoanalitico sembra che si possa attirare l’attenzione sul blocco.
A volte vi può essere il blocco morale per cui è virtualmente impossibile essere nel giusto, per l’analista o per il paziente. Se si prende coscienza di questo vi possono essere vie collaterali. Spesso il paziente è così invidioso del terapeuta e di se stesso (che sta prendendo benefici dall’analisi) che distrugge tutto. Per Bion l’invidia è veramente fondamentale. In realtà non è possibile dividere veramente nella mente invidia/ammirazione o amore/odio come avviene per il linguaggio. L’invidia e la gratitudine non sono separabili o polarizzabili ma fanno parte dello stesso sistema.
E’ un tentativo di capire che cosa dentro di noi causa guai. Qualcosa di meglio dell’analisi sarà inventato. Quando ci sono difetti nel modo di pensare, c’è la necessità di creare un’assistenza su questi blocchi, che si chiamerà psicoanalista o qualcun altro o con altro nome, che non significa che siamo stupidi ma che non ci rende capaci di pensare chiaramente. Come gli attori che sono impauriti della scena, essi sanno che esistono delle interruzioni che interferiscono con le loro capacità tecniche.
Diventare callosi alla natura del dolore. Anche in analisi si può perdere il focus che il paziente sta soffrendo.
L’analisi è un affare temporaneo, tansfert (è sulla strada, in un percorso).
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