Wilfred R. Bion:

TERRORE SENZA NOME

Se la relazione senobambino permette al neonato di proiettare una sensazione, per es. quella di stare per morire, dentro la madre, e di reintroiettarla dopo che il suo soggiorno nel seno l'ha resa assimilabile per la sua psiche, allora si avrà uno sviluppo normale. Se invece la madre non raccoglie dentro di sé la proiezione, l'impressione che il neonato avverte è che la sua sensazione di stare per morire è stata spogliata di senso: ciò che reintroietterà non sarà più una paura di morire resa tollerabile, ma un terrore senza nome.

Quando questo non accade il bambino sente restituite inalterate le sue parti di sé che ha espulso perché non tollerate e vive uno stato che Bion chiama di “terrore senza nome”.

A volte oltre a non accettare le IP del bambino, la madre può anche metterci del suo e investire il bambino con le sue identificazioni proiettive.

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